Ieri dovevo uscire per fare un aperitivo con amici. Poi ti
docci, ti vesti e quando stai per uscire passi dalla cucina e fai lo sbaglio
enorme di guardare sulla tavola. All’aperitivo non sono più arrivata e la colpa
è di uno dei quei piatti tipici pugliesi che o ti fa la nonna, o ti fa la mamma
che ha imparato dalla nonna, o li mangi in vacanza dai parenti in campagna. Sto
parlando dell’ Ncapriata di fae, italianizzato Purè di fave con cicoria.
Sbatti: questa volta la preparazione è complessa perché bisogna
lasciar bollire gli ingredienti fino a un ora e mezza. Per questo, facendo cose contemporaneamente
e mettendoci la calma e l’amorevolezza tipica del sud, il tempo totale di
preparazione del piatto è di un paio di ore.
Cosa serve:
-Fave secche
-Cicoria
-peperoncino secco
-olio, sale
Come fare: Per comodità la sera prima del giorno in cui
intendete fare la ricetta, mettete a bagno le fave secche per tutta la notte. La mattina dopo, fate bollire le fave in acqua per almeno un’ora e mezza. Quando
cominciano a spappolarsi e sono abbastanza morbide, scolarle e passarle nel “passatutto”
per creare un vero e proprio purè di fave. Nel frattempo, dopo averla pulita e
lavata, mettete la cicoria bollire per
circa un 45 minuti, scolate. Passate la cicoria in padella con un bel fondo d’olio
d’oliva, uno spicchio d’aglio e peperoncino secco in grani, solo per qualche
minuto per fare insaporire bene. A questo punto il gioco è fatto. Basta unire i
due ingredienti: la purea di fave e la verdura. Potete sistemarli nel
piatto come meglio credete, tenendoli separati nello stesso piatto oppure
mischiando la verdura alle fave creando una pietanza unica. Come potete vedere
dalla foto, io ho messo il purè in una terracotta e ho adagiato la cicoria
sopra.
Hightlights: E’ una
ricetta che rispecchia la semplicità di una tradizione e racchiude il gusto di
una terra.
Cosa non rifarei: Rifarei tutto perché il prodotto è un’esplosione
di sapore. Però consiglio a chi ha il palato delicato e non ama i sapore
accesi, di evitare di passare al verdura anche in padella. Può essere aggiunta
anche solo bollita. Mi raccomando usare solo cucchiaia di legno.
Cosa dovete sapere: “‘Ncapriata
deriva dal greco antico Kapyridia e significa polenta di farinacei. Parrebbe che
questo sia il primo piatto cucinato dall’uomo per rendere più commestibili e
digeribili i cibi provenienti dalla raccolta in natura. Aristofane nella
commedia Le Rane, scritta circa nel 450 a.C., racconta di Ercole, il figlio di
Giove, quello delle “12 fatiche”, che dopo aver fatto un adeguato pasto col suo
piatto preferito, fave e foglie, fece cambiare di stato a più di diecimila
vergini”. Viagra??? ;)
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